Oggi in treno c’era una coppietta. Lei era pallida, aveva le labbra rosse e i capelli corvini, raccolti dietro. Portava uno strano top color avana. Lui era un ragazzone muscoloso, abbronzato, con la barba e gli occhi scuri. Una maglietta bianca a righe verde oliva. Erano proprio innamorati, si vedeva, si sentiva nell’aria a dieci metri di distanza. Come non mi era forse mai capitato, ho quasi pianto guardando loro e ascoltando una vecchia canzone triste, sbagliata di un mese. Non piango mai, mi odio per questo, vorrei tanto tanto saperlo fare. Dovrei dimenticare, dovrei passar sopra, guardare avanti, lo so, ma la dedica stasera è spontanea: A te, che mi hai fatto vedere. A te che non mi hai dato niente ma a cui io devo così tanto. A te, cui io appartengo nei miei sogni più belli, te che non posso dimenticare e non riesco ad abbandonare. Che lo dica oppure no, ancora ti amo, come nel titolo -ma è un’altra canzone-.
Se questa è una canzone con cui si può parlare
Se in questa notte di maggio io ti penso ad ascoltare
Certe piccole voci che a volte vanno al cuore
In questi momenti con l’aria che si muove
Io conosco la mia vita e ho visto il mare
E ho visto l’amore da poterne parlare
Ma nelle notti di maggio non può bastare
La voce di una canzone per lasciarsi andare
Amore su quel treno che è già un ritorno
Amore senza rimpianto e senza confronto
Che conosci la tua vita ma non hai visto il mare
E non hai l’amore per poterne parlare
Ma è una notte di maggio che ci si può aspettare di più
E se questa è una canzone con cui davvero si può parlare
In questa sera ferita da non lasciarsi andare
In questa notte da soli che non ci si può vedere
E non ci si può contare ma solo ricordare
Io conosco la mia vita e ho visto il mare
E ho visto l’amore vicino da poterlo toccare
Ma nelle notti di maggio non può bastare
La voce di una canzone per lasciarsi andare
Nelle notti come questa che ci si può aspettare
Se non una canzone per farsi ricordare da te
Per farsi ricordare da te.
Le notti di maggio, Ivano Fossati, canta Fiorella Mannoia (si sente male, peccato, è molto bella)